lunedì 20 maggio 2013

Artista di Strada Part II

La casa di J, B ed S é piccola e incasinata, ma riesco a notarlo solamente dopo avere salutato la madre di lui, in visita per il weekend (sebbene vivano entrambi a Londra). La signora é gentile e sorridente, unica pecca del discorso lo stupirsi del mio saper parlare inglese. -Ma anche se lo pensasse, che bisogno c'é di dirlo e risultare scortesi?- Mah. Nel mentre si avvicina J che, un po' geloso delle attenzioni della madre nei miei riguardi, e un po' per riportarmi al mio ruolo, mi invita a salire in camera di S, che non riesce a dormire per l'emozione di incontrarmi. S va sempre a letto un paio d'ore dopo cena e cioé intorno alle 7!
Entro nella sua stanzetta, e accanto a lei trovo B, che dopo qualche sorriso fugace si apposta sull'uscio per assistere alla scena. S é davvero tanto carina, piccola piccola nel suo lettino piccolo piccolo. Ha dei lunghi capelli biondissimi, occhi chiari e un bel visino. Si vede che é super eccitata perché al vedermi guizza subito fuori dalle coperte e mi mostra i suoi pupazzi preferiti, i suoi libri, i disegni attaccati al muro (e sul muro). Io sono in parte stanca e in parte tesa, ma cerco di essere dolce e simpatica e conquisto subito la simpatia della bambina. Arriva nuovamente J che, dopo aver riaccompagnato la madre a casa, riporta me alla realtà ed S nel mondo dei sogni.
B mi mostra la mia camera, che si trova in quello stesso piano, due stanze dopo quella di S. La porta in mezzo, invece, é quella del mio bagno (piccolo, freddo, brutto, sporco e, come scoprirò, utilizzato come ca**toio di tutte le amichette della bambina).
B si scusa per non avere avuto il tempo di pulire, riordinare e cambiare le lenzuola del mio letto. Io le dico di non preoccuparsi, ma in realtà penso che aveva avuto tutto il weekend per farlo e la cosa un pò mi sca**a. Altro che ospitalità italiana! Lei, però, vuole rimediare. Io la ringrazio e nel mentre butto un occhio giù dalle scale: le mie valigie sono ancora lì; sì, significa che dovrò portarle su da sola; no, J non é affatto un gentleman, e non mi aiuta. Dopo avere traslocato ed avere lasciato B nella mia camera con l'aspirapolvere, sento l'uomo di casa chiamarmi al piano terra, dove c'é la cucina.
Information - La casa é così organizzata:
Piano terra ingresso-soggiorno a destra-scale sulla sinistra-corridoiostrettissimo davanti- studio di J sulla destra- casino nero di sottoscala a sinistra- bagnetto pieno di colori e acquerelli (e sporco) a destra- cucina in fondo con backyard annesso.
Primo piano  sinistra camera mia- svolta a destra obbligata in corridoio strettissimo- mio bagnato/ca**toio bambine a sinistra- camera di S a sinistra- stanza incasinata dei vestiti di tutti, sparsi ovunque, a sinistra- bagno decente con vasca e doccia (dove devo lavarmi anche io) in fondo, e scale subito a destra
Secondo piano (rimasto una chimera fino agli ultimi giorni di mia permanenza con la famiglia G) enorme open space con stanza di J e B, salottino e bagno in stile moderno. Cioè unica parte bellina della casa tenuta gelosamente segreta. Va be'...
Dicevo...
Raggiungo J in cucina. Lui mi fa subito vedere il doppio lavabo (uno per alimenti con carne, l'altro per alimenti con latte), e apre tutti gli sportelli per farmi conoscere il contenuto. Mi dice che cucineranno sempre loro, per cui non avrò bisogno di farlo, a meno che non lo preferisca. La cuisine inglese, si sa, é veramente pessima, ma sono a casa loro e mi adatterò. In più, potrò assaggiare dei piatti tipici della cucina ebraica, e la cosa mi interessa, nonostante il mio immancabile scetticismo e il mio essere molto viziata nel mangiare.
Con J iniziamo a conversare tranquillamente. Parliamo di politica italiana, della crisi, di Berlusconi, e nel mentre ci raggiunge anche B. B mi piace più di J. E' sulla quarantina ma se li porta molto male, veste come un uomo e si trascura, ma é editor delle news della BBC e la rispetto molto. A casa é lei quella che guadagna gran parte della pagnotta e che lavora tutto il giorno, quasi tutti i giorni. S vede la madre solo la mattina al risveglio, e a volte la sera prima di addormentarsi. J, invece, é onnipresente.
B mi mostra le marmellate usate per la colazione, nel caso mi servano l'indomani. Tra queste c'é la Nutella (SALVEZZA!!!!), che lei chiama "natela" e fa fatica a credere che sia un prodotto italiano. No guarda B, lo sto dicendo solo per vantarmene! Mi sento una gran fi*a ora che ti ho detto che la una crema di nocciole e cacao proviene dal mio Paese! Mah.
J scherza e fa battute di uno humour che stranamente non mi diverte affatto. Poi mi invita a mangiare qualcosa con loro. Io rifiuto cortesemente, perché devo aprire le valigie e mettere in ordine la mia roba nella nuova stanza. Così faccio. Nota importante: nella mia stanza c'é un freddo bastardo! Consta di un letto a due piazze, comodino, scrivania, armadio (pieno di vestiti loro e che quindi non posso utilizzare), libreria con tomi su tomi riguardanti il giudaismo, un mobiletto non meglio identificato e due finestre che danno sul giardino. Ah si, c'é anche un inutile termosifone che non riscalda un ca**o perché viene acceso due ore al giorno!
Sento i miei, sento il mio on/off/on ragazzo, gli racconto com'é andata. Sento C, controllo il computer (mi ero già fatta dare la password del wi-fi), e mi addormento.
Attorno alle 7 mi sveglia il circo, arrivato a Fanc*landia proprio quella mattina! No un attimo, non é il circo: é S che urla e fa i capricci mentre si prepara per la scuola. Nel mentre, J e B si parlano tranquillamente da un piano all'altro, noncuranti del fatto che io potessi anche magari, diciamo, ecco...DORMIRE! Sento che S vuole entrare in camera mia per salutarmi, e prego che non lo faccia. La mamma riesce a recuperarla quando quella ha già la mano sul pomello della porta. Madre e figlia escono di casa un'ora  e mezza dopo, e io alle 9 decido di alzarmi. Rifaccio il letto, preparo i vestiti puliti e, dopo avere disinfettato bene la vasca e la cornetta, mi faccio la doccia. Una volta pronta, scendo in cucina per la colazione. J legge il giornale e si meraviglia del mio orario così tardo. Ma ca**o vuoi? Penso. Invece gli chiedo a quale orario lui sia solito svegliarsi. <<Tra le 5 e le 6, sono estremamente mattiniero, Fujiko!>> <<Bravo>> gli dico, ma in realtà penso: non é che sei mattiniero, é che sei vecchio. Cooomunque...
Faccio colazione con pane e natela e due bicchieri di succo d'arancia, sotto lo sguardo attento di J, che ridacchiando mi chiede come mai io beva così tanto. Sorrido. Prima che finisca, lui si alza e mi chiede di mettere in ordine la cucina e lavare i piatti. Sì. Dopodiché lui mi spiegherà meglio le mie mansioni. Lavo piatti e bicchieri, facendo attenzione a metterli negli scompartimenti giusti. Pulisco il tavolo (che sporco!), i ripiani (che sporchi!), riordino (che casino!) e do una spazzata veloce (bleah!). J ritorna in cucina, soddisfatto del mio lavoro.

...SORPRESA SORPRESA! Non ero lì per fare da tutrice alla bellissimaintelligentissimacoltissimacreativissimabravissimaperfettissima S, ma per fare la ragazza alla pari in pratica. A tutta la famiglia. Con zero paga. I miei orari di lavoro sarebbero stati sì di sole 3 ore al giorno per 5 giorni alla settimana, ma a questi si sarebbero aggiunti gli extra serali (cioé quando J e B, approfittando della mia presenza, sarebbero usciti a farsi i ca**i loro), e le pulizie domestiche, di cui quelle generali una volta a settimana e quelle ordinarie, appunto, ogni giorno. Azz.
E le lezioni di italiano? Be', secondo J -molto poco interessato alla letteratura dal momento stesso in cui ho messo piede in casa sua- si sarebbero potute tenere, magari una volta, riunendo le amichette di S di origine italiana. Ma sarebbe stato difficile. Bene. In pratica ero fo**uta. Decido di provarci, almeno. Ok, non é quello che pensavo. Dovevo aspettarmelo. Ma posso farcela. Posso farmi notare da B e magari trovare lavoro alla BBC, o comunque avere vitto e alloggio gratis nel mentre che cerco qualcosa di più adatto a me. Del resto, era quella la mia idea di partenza. Quindi, più o meno, avrei continuato su quella stessa linea.
Mentre penso queste cose, J mi dice di riordinare la stanza di S. Vado. Macchecca**o é? Ci é passato il circo davvero! Ci metto almeno mezzora a ripiegare vestiti, ordinare libri e rifare il letto. Avanzano dei pupazzi: li dispongo sulla trapunta formando un cuoricino. Noto che a lato del box dei giochi c'é un vasino da notte con sopra un pannolino, e mi stupisco che la bambina li usi ancora a sei anni. Non lo tocco. Mentre sto finendo la pulizia entra nuovamente J, che prende il vasino, lo svuota nel cesso (quindi sotto c'era pure della pipì) e, senza risciacquarlo, lo rimette nella stanza. Il pannolino invece é stato buttato (almeno quello!). J mi informa che S sta ancora imparando a controllare i proprio bisognini, e che la notte ha bisogno del pannolino; perciò quando dovrò farla addormentare dovrò prima mettergliene uno. E da ora in poi dovrò svuotarlo io, il vasino, la mattina.
Ma dimmi tu!
Ho il resto della mattina libera, che utilizzo per iniziare a inviare curriculum online e fare ginnastica. Ora di pranzo. Apro il frigo e tra i vari cibi precedentemente cucinati, inclassificabili e separati in vari contenitori, noto del cheddar. Lo prendo e mi faccio un panino. Alle 3 devo prendere S da scuola, e badare a lei fino alle 6pm. Prima di uscire, J mi dà la chiavi di casa e mi spiega come usarle. Poi mi fa tagliare una mela e me la fa mettere in un contenitorino (ma quanti ne hanno?) in modo da darla alla bambina nel tragitto da scuola a casa (estenuante, di ben 5 minuti!) in cui la piccola non riesce a resistere la fame. Aggiunge poi un pacchetto di caramelle: <<Puoi dargliene solo una, capito? Una! Due, se proprio lo chiede>> Sì sì va be'...infine, tira fuori una banconota da 20£ e un'agenda. <<Questi servono per le piccole esigenze, per esempio se la bambina ha voglia di un gelato. Tu glielo compri, e poi annoti tutto qua: data, ora, cifra e spesa. Quando saranno terminati, te ne darò altri 20.>> Ascolto, incredula di dover non solo giustificare ma addirittura certificare per iscritto le mie azioni con poche sterline.
Prendo i soldi, la mela e le caramelle e vado a scuola. Da specificare che il tragitto per arrivare davanti alla classe della bambina non mi é stato neanche fatto vedere, ma solamente spiegato a voce. Ci arrivo comunque. Attendo. Tutti gli altri compagnetti sono già tra le braccia dei genitori o dei carriers, ma S non arriva. Chiedo di lei alle maestre, le quali -Guess what? Indovina indovina?- non erano state avvisate della mia venuta. Per cui, dopo avere sentito telefonicamente sia J che B, essere state autorizzate ed essersi accertate della mia identità, mi danno S che, sorridente, prende il suo monopattino e si incammina con me. Nel breve tragitto mi parla, fa tante domande, mangia poca mela e ben due caramelle! Appena arrivate a casa, neanche il tempo di salutare il padre (che non si scusa con me per la dimenticanza con le insegnanti), che la piccola mi trascina in camera sua, dove per le successive due ore sono costretta a giocare. Unico commento: che palle! Viziatissima! Alle 5 entra J, che con un sorriso falso mi dice di preparare la cena ad S, che é tardi. Scendiamo tutti e tre in cucina. Apro il frigo, ma non posso scegliere quale dei "deliziosissimi" intrugli delle vaschette estrarre, perché me lo dice J. Faccio allora per riscaldare il prescelto, ma lui mi blocca. Cioè, quello che devo fare é solo prendere un contenitore dal frigo e mettere una porzione fredda in un piatto? Sì. E aggiungere delle carote crude. No, non a rotelline. E neanche intere, per carità! A pezzi grossi. Ok, fatto. Pronta questa cena gnamgnam (rifletto sull'alimentazione della bambina rispetto a quella della mia infanzia. Meglio non paragonarle nemmeno). Verso del succo di mela in un bicchiere colorato. S mangia e chiacchiera con me, J ci guarda. La bambina, però, non finisce il cibo né il succo e il padre, lamentandosi del mio spreco invece che incoraggiare la figlia a mangiare, si spazzola tutto. Poi mi consegna le stoviglie e me le fa lavare. Quando tutto é nello scolapiatti, mi informa che il mio turno giornaliero é terminato. S é un po' triste perché avrebbe voluto giocare ancora con me, ma io sono contenta di essere libera (sebbene rintanata a Fanc*landia). Yeah!!!!
Trascorro tutta la sera in camera, guardando un film in streaming, inviando altri curriculum online. Ceno con una banana e un altro po' di cheddar quando nessuno é in cucina, e bevo altri bicchieri di succo. E' inutile: quelle pietanze nel frigo sembrano vecchie e non sono per niente invitanti. Torno in camera e sento i miei e il mio on/off/on ragazzo via Skype.
Prima di andare a dormire, entro nel bagno per lavarmi i denti, e poi torno in camera. Qualche secondo dopo bussa e poi entra J, dicendo di non sbattere le porte. La sua faccia era da riprendere con la telecamera: nervi tesissimi, ancora una volta nascondeva un imperativo con una finta richiesta. Ma la sua cortesia era pulita tanto quanto la moquette della casa. Gli dico che starò attenta, e lui se ne va. Il fatto però é che é la porta che scricchiola, mica l'ho sbattuta! Soprattutto se vedo che stanno già tutti dormendo. Invece, per lui non ci sono orari che tengano ed é sempre il momento per rimproverarmi.
Santa pazienza!
Mi butto sul letto, ripercorrendo mentalmente la giornata appena trascorsa e pensando come quella fosse solo la prima di una serie dalla durata ancora non determinata. Aiuto! Spero di trovare presto di meglio.
Cerco evasione. Sospiro. Accendo l'iPod.



4 commenti:

  1. Fujiko! Leggere le tue parole mi fa tornare in mente quando anche io sono stata ragazza alla pari a Norwich, nel lontano 2006! Un giorno ti racconterò. Ora ci rido sopra ma al tempo, per me sbarbatella appena diciottenne, è stato un vero trauma! Ti consiglio nel frattempo una pagina facebook a cui mi sono da poco iscritta, si chiama Bloggers London. è stata creata da una blogger uk per mettere in contatto blogger e aziende varie...per farsi pubblicità reciproca. è ancora in fase di lancio (ci sono pochissime presenze) ma se mandi una mail col link del tuo blog poi loro lo pubblicizzano. Spero che la tua avventura prenda una piega un po' più positiva! Chissà magari un giorno possiamo vederci per un caffè :)

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  2. Grazie mille Fede Faith! E grazie anche per il suggerimento, che non mancherò di seguire. ;-)
    Per quanto riguarda la mia avventura londinese, essendo successa l'anno scorso, ed essendo il sottotitolo del blog #50sfumatureditruffa, puoi bene immaginare come potrebbe andare a finire! Continua a leggermi e lo scoprirai anche tu.
    E in bocca al lupo per il tuo bellissimo blog!

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    1. noooooo pensavo fosse un resoconto Live!!!! non avevo proprio capito!! a questo punto sono curiosissima di sapere come va a finire. Ma dove vivi ora quindi?
      Ps. crepi il lupo!

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  3. Vivo da una parte all'altra, dove mi porta la crisi. :-D

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