sabato 27 aprile 2013

Gangnam Style

<<Non venire anche stasera con l'eskimo, la sciarpa e tre maglioni della nonna, ca**o! Mi raccomando, bambolina. Stasera ti butto nella fossa dei leoni, voglio vedere come te la cavi>>. Io rassicuro il mio produttore con qualche "Vedrai, ti stupirò" e riattacco il telefono. E' vero: sono più eccitata che impaurita, ho voglia di fare public relations, creare contatti, aprire altre porte del mondo di cui voglio fare parte. Sto andando a una festa privata in una discoteca di Milano per assistere al lancio di un concorso per giovani talenti. A quanto pare saranno presenti molte persone del mondo dello spettacolo: registi, produttori, distributori, talent scouts, agenti, attori, sceneggiatori. Bene. C'é un freddo cane ma mi metto il vestitino figo corto e aderente. Completo il look con plateau tacco 12 e trucco da sera. Mi imbacucco con cappotto, cappello e sciarpa -tanto so che li toglierò una volta entrata nel locale-.
Scelgo di andare da sola. Mi accerto che lui e il "mio gruppo"(che non conosco) siano già lì, ed esco. All'entrata del locale salto la fila, mi fanno delle foto all'ingresso e...via nella fossa dei leoni! Leoni??? Leoni vecchi, forse. Vecchi e viscidi. Attraverso la stanza fingendo nonchalance, alla ricerca del mio produttore. Quando ci troviamo, mi introduce con grandi discorsoni ad alcuni dei presenti, e poi mi lascia a me stessa, per vedere come me la cavo. Chiacchiero, scherzo, cerco di farmi notare e di avere sempre la risposta pronta. Poi noto una cosa che "eeeh?": ad alcuni di quei "leoni" che avrei dovuto temere, mancano dei denti. Mah. Subito mi chiedo: e queste sarebbero le persone pronte ad azzannarmi? Questi ricconi potenti ma che non si fanno neanche ricostruire i premolari? Cacchio, lavorate nel mondo dello spettacolo! Pubbliche relazioni e sorrisi alla gente dove li mettiamo? Come fai a venderti senza sorridere? O a rischiare di non riuscire a venderti, sorridendo? Preferisco 100 volte di più un tamarro alla Kanye West con i denti di diamante! Va be', sta di fatto che per via di questo particolare non mi sento per niente in soggezione (un po' come avere davanti il leone del Cucciolone. Al massimo lo azzanni tu!)
C'é da dire, però, che seppure sdentati, questi felini hanno ancora gli artigli (unghie lunghe probabilmente utilizzate in sostituzione dei volgarissimi stuzzicadenti ), per cui sono sempre pronti a saltare addosso alla preda con le parole, o letteralmente, quando vogliono portarla a letto. La mia tecnica é di allontanarmi prima che questo accada, e cioé parlare lo stretto indispensabile per fare in modo che si ricordino di me e per farmi dare il loro biglietto da visita, e poi cambiare contatto.
L'altra specie animale pericolosissima di cui mi aveva parlato il mio produttore ma che, essendo donna, mi aspettavo già, erano le vipere. Le vipere sono belle, vanitose ma complessate come tutte le ragazze, e mi osservano dall'alto in basso con la bocca piena di veleno. Ci scambiamo saluti falsi quando il produttore me le presenta. Mi siedo, con la coda dell'occhio le vedo sparlare di me. Il produttore mi si siede accanto. <<Ammazza tesoro, quelle ti odiano!>>  Io gli dico che non me ne importa, ed é vero. Inizia la presentazione dell'iniziativa. Grande parata di personaggi dal dubbio talento artistico, teatrini trash e poi qualche intervista agli ospiti, me inclusa. Dopodiché torta, spumante e taglio della torta con i fotografi pronti a scattare. Il produttore mi avvicina a sé al centro del tavolo (le tipe mi guardano malissimo!) e mi fa pure reggere la bottiglia di spumante per la foto. Brindisi yeeeeeeh e magna magna. La torta non la tocco, non ho fame e sono sempre sospettosa verso l'ingurgitare cibo e bevande di origine sconosciuta. Sono fissata, lo so. Bevo solo mezzo bicchiere di spumante.
Si aprono le danze. Tutti ci alziamo e andiamo a ballare il Gangnam Style. Ovviamente, le vipere ne inventano una versione un po' porno e i leoni senza denti una versione un po' viscida. Tutto regolare. Riporti bisunti, occhi truccatissimi, denti marci e labbra rifatte...Oppa Gangnam style!
Dopo un po' io, il produttore, il suo assistente e tre ragazze ci prepariamo per andare via. Perdo tempo a cercare il mio cappello (che trovo sotto il sedere di un vecchio: lo sto subito mettendo a lavare), e quando mi riavvicino al gruppo, il produttore é già uscito, inc***ato. Scopro di essere sola in macchina con lui e l'assistente, perché ha cacciato via le ragazze.
Usciamo. Il produttore e l'assistente sparlano a raffica delle tipe, e mi raccontano la scena infuriati.
<< Quella st***za, la bassottina, si é permessa di dirmi se stavamo tornando! Oh, bellina, tu diresti a me se stiamo tornando? Ma hai capito tesoro che mi ha detto? Come si permette! Lei, se é motivata, deve fare quello che le dico io, quando glielo dico io!>> Questo il discorso del vecchio, più o meno. Io ero stupefatta. Ma lo ero per la cagata che mi stava dicendo un sessantenne! Roba da bambini viziati.
Avevo ancora in testa la canzone di PSY, e a ogni passo mi veniva da canticchiare e saltellare: "Heeeey  sexy lady!"
Momento momento momento: la capetta delle vipere, quella a cui si stavano riferendo, mezzora prima mi vede rivestirmi, e mi chiede se stessi andando via. Le rispondo di si, anche se in realtà intendevo che saremmo usciti di lì a poco. Lei mi guarda cattivella, mi domanda se sono nella stessa auto con il produttore e l'assistente. Dico di sì. Quella sfoggia un sorrisetto e prepara il veleno. Poi, tirandosi indietro i capelli e con aria di sufficienza, mi informa che non c'é posto per me in quella macchina, perché sono già in cinque, e che quindi dovrò trovarmi un'altra soluzione. <<Davvero?>> le dico. <<Strano! Perché a me l'ha chiesto proprio lui >> indico il produttore <<e mi ha detto di iniziare a prepararmi>>. Lei mi guarda preoccupata, si alza e va a parlargli. Oooops. Ce l'ho mandata io, nella fossa dei leoni!
Memore di questo fatto, evito scrupolosamente di parlarne sulla via del ritorno, continuando a pensare alla canzone. Entriamo in macchina. Essendo sola con loro due, gli sparo la balla colossale che quella notte avrei dormito a casa di una mia amica che é sveglia e mi aspetta e, anziché far fermare la macchina davanti al mio palazzo, ne indico un altro in una via parallela, e scendo lì.
In neanche due minuti di camminata becco un ubriaco davanti a una chiesa, che mi chiama e mi insegue. Il Gangnam style mi esce dalla testa e penso solo a scappare. Entro nel mio monolocale. Sono salva. Dai leoni e dai beoni.
Ma serata da leone...e notte da co***one: forse il freddo, forse il vestito corto, forse il cappello che non ho rimesso, ma mi é venuta una congestione. Notte in bianco. E non avevo neanche bevuto! Hoppa Gangnam style!

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