mercoledì 1 maggio 2013

Happy Vibes

Lavoravo con la tv online già da qualche mese. Il primo colloquio l'avevo fatto a Londra con lo stesso proprietario, J, un americano di mezza età che da anni vive in Europa. J é simpatico e andiamo molto d'accordo. Stabiliamo un rapporto amichevole e scherzoso nel nostro modo di lavorare insieme, che ci porta subito in sintonia nell'elaborazione e produzione delle sceneggiature che mi incarica di scrivere. J é un boss con le idee chiare: la sua tv online si regge interamente sui proventi pubblicitari, e per ogni cliente la richiesta é sempre precisa e sicura. [In televisione, dove lo scrivere diventa seriale e si assomiglia maggiormente a un lavoro da operaio o da impiegato, specificarechecosasivuole  diventa molto importante e fa risparmiare un sacco di fatica a entrambe le parti. Per quanto mi riguarda, avendo già una direzione e restringendo quindi il campo dell'immaginazione, riesco a produrre molto più velocemente.] Noiosissima parentesi sulla routine dello sceneggiatore pubblicitario a parte, il lavoro é molto stimolante e divertente. Dopo un paio di mesi, inizia ad essere anche ben pagato (e quindi ancora più stimolante e divertente!)
Arriva l'estate. Torno in Italia per passare un paio di mesi di caldo e di mare con la mia famiglia. Londra sarà pure bellissima/interessante/gigante, ma da brava mediterranea preferisco il sole. A manetta. Non si tratta di nostalgia di casa: vivessi a Miami farei anche a meno di tornare nel Belpaese. Magari tornerei un paio di settimane prima che passi l'uragano di turno, ma mi rimetterei in viaggio un paio di settimane dopo la sua visita. Digressioni digressioni...
Stare in Italia non significa essere in vacanza, e ogni giorno su Skype avviene la video-chiamata con J., in aggiunta alle tante email. Iniziano a crescere le mie responsabilità all'interno dell'azienda, e oltre agli spot ora devo iniziare a preoccuparmi del piano di comunicazione del loro network. J é entusiasta del mio lavoro, e dice a D (CEO della tv, nonché sua moglie) di far preparare il mio contratto di lavoro (finalmente!). Avevo intravisto D soltanto una volta: mentre ero in una scherzosa videoconferenza con J la vedo passare dietro la sua scrivania. Ci presentiamo e ci salutiamo. Anche nelle email che ci scambiamo per la mia regolarizzazione sembra molto gentile; un po' più fredda di J, ma va be'.
Ho un contratto!
J mi affida la creazione di una campagna per l'adozione dei cani che avrà la durata e lo stile di un cortometraggio, e mi chiede di scriverla sia in inglese che in spagnolo. Mi dà addirittura la colonna sonora su cui dovrò basare il mood della storia: Happy Vibes. Una serie di tintinnii e campanellini di una sdolcinatezza da voltastomaco. Scrivo. Quando gli presento la sceneggiatura, la accoglie con il suo solito entusiasmo americano. Qualche tempo dopo, però, passa la palla del direttore a D.
<<Ti occuperai con lei di uno script di presentazione dell'azienda ai nuovi clienti.>> Ok.
Visito su LinkedIn il profilo di D: texana, di una quindicina d'anni più giovane di J (ma altrettanto più vecchia di me), non sembra aver fatto molto nella vita, fuorché aver trovato un gallo dalle uova d'oro. ---Comunque é il mio capo, é gentile, la rispetto. -
Già dalla prima video-chiamata, ho il sentore che qualcosa andrà storto. Cerco di non dare importanza alle mie sensazioni, forse dettate dalla mia sfiducia nei rapporti con le donne, troppo competitive. In realtà c'é qualcosa in più.
Il discorso di D su ciò che vuole dal progetto dura circa un'ora, e a differenza di quanto detto per J, é vaga, vaghissima, troppo. Butto giù un paio di idee mentre parla: sembra contenta, ma mette dei paletti che non combaciano con la mia idea. In pratica non riesco a capire cosa voglia, né come lo voglia.
Il giorno dopo, D mi inoltra la prima parte del video, che nelle settimane precedenti aveva già fatto da sola. "E allora perché me lo chiedi, se l'hai già fatto?" Vuole che la seconda parte sia più creativa, ma non troppo. Fantasiosa, ma non cinematic, che invece era sempre stato il taglio prediletto da J. Deve essere piena di domande e di informazioni (ma non noiosa) e mostrare come noi della tv lavoriamo, ma senza renderlo un documentario. Insomma, che cosa vuole non lo sa neanche lei. Mi faccio venire delle altre idee e scrivo tre o quattro concepts, che lei accoglie sempre con dei "Sì, ma..." e dei "Può andare, però..."seguito dalle stesse spiegazioni-non spiegazioni delle volte precedenti. In poche parole, mi stava bloccando. E questo bloccaggio iniziava ad assumere i contorni di un sabotaggio bello e buono. Inizio a notare le note acide nel tono di voce di D, unitamente al fatto che J scompare totalmente dal processo di produzione (fatto strano, pensando che lui é proprietario e maggiore produttore dell'emittente, ma meno strano se si collega che J sia il marito di D, una D probabilmente più gelosa del previsto).
Passano i giorni e io non ho ancora terminato nemmeno uno dei possibili script. Chiedo continuamente maggiori dettagli, maggiori spiegazioni sui suoi NO, maggiori (per non dire migliori) indicazioni da seguire. Niente. Lei mi risponde con le solite frasi, sempre più palesemente acida, sempre più fredda e sempre meno gentile. Le Happy Vibes cominciano a dileguarsi.
Allora: non mi ritengo infallibile e geniale in ogni cosa che faccio, ma penso di sapere fare il mio mestiere quantomeno in modo discreto. Aggiungo che non presenterei mai un lavoro che per me non vale niente e che non consideri almeno buono, perché non ne trarrei alcun vantaggio. In più, preso per buono che De Gustibus Non Disputandum Est, non posso fare a meno di pensare ai mesi di collaborazione serena con J., che evidentemente gradiva il mio operato. Cooomunque...
Il mio contratto prevede un compenso fisso settimanale, elargito a fine mese. Questo significa che, a prescindere che io lavori molto o molto poco, percepisca in ogni caso la stessa somma: ecco pronta e servita la scusa per D!
Inizio a preoccuparmi, e considerando le direttive vaghissime, le presento tre soggetti dettagliati che sarebbero stati pronti in qualche giorno. Ma -tadaaaan!- troppo tardi. La sera stessa D mi scrive una email tutt'altro che vaga (complimenti, visto che quando vuoi ci riesci?) in cui, dopo avermi detto che é costretta a fare la boss cattiva perché "qualcuno deve pur farlo e J é troppo buono", mi dà della pigra e della lumacona e chiude su due piedi il nostro contratto di lavoro. Str***a.
Anziché perdere la calma, cerco di recuperare sviluppando tutti e tre i soggetti in meno di 24 ore e inoltrandoglieli in un'altra email. Zero. Le sceneggiature non vanno bene, non le piacciono, non ho seguito la sua richiesta , anzi i "suoi ordini". Per quanto riguarda l'ultimo mese di lavoro, quello sancito dal contratto, verrò retribuita la metà del dovuto -come se la nostra collaborazione si fosse interrotta a metà mese- perché nelle due settimane successive secondo lei avrei ca****giato. D condisce la fine del nostro rapporto informandomi che ha personalmente modificato Happy Vibes, il cortometraggio sui cani, perché non le andava bene.
Provo a contattare J chiedendogli spiegazioni, e lui mi risponde brevemente che purtroppo non posso più rivolgermi a lui.
Perfetto. L'estate sta finendo, il mio ex riprende a farsi sentire, e ho appena perso un lavoro che mi piaceva molto,  a causa di una str***a. Happy Vibes!
Naturalmente, la coppia tv con la sede finanziaria in un paradiso fiscale, mi ha fatto avere il mio pagamento dimezzato (e anche più, considerando che mi hanno addebitato le spese di commissione Paypal) con ben due mesi di ritardo. D, spero che con l'altra metà ti sia fatta aggiustare i denti. Cesso.

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